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Modigliani, Giuseppe Emanuele.

Uomo politico italiano. Fratello del pittore Amedeo, seguì gli studi giuridici a Pisa e venne indirizzato da Ferri e Zerboglio, suoi maestri, all'attività politica nelle file del Partito Socialista, del quale nel 1894 contribuì a fondare la sezione pisana. Dal 1895 fu, per trent'anni, quasi ininterrottamente, consigliere comunale della città. Eletto al Parlamento nel 1913, fu confermato nelle successive legislature sino al 1924. Nel 1914 fu contrario all'intervento dell'Italia nel primo conflitto mondiale; partecipò alle conferenze di Zimmerwald (settembre 1915) e di Kienthal (aprile 1916), promosse da Lenin, ribadendo la sua posizione. Nel 1919 presentò una proposta di legge per l'estensione del diritto di voto alle donne. Nel corso della sua carriera politica, tuttavia, si staccò sempre più dalla linea ufficiale del PSI e nel 1922, insieme con Turati e Treves, diede vita al Partito Socialista Unitario. Costretto all'esilio nel 1924, per aver rappresentato la parte civile al processo per il delitto Matteotti, si rifugiò prima in Austria e poi in Francia, dove fece parte della direzione del Partito Socialista dei Lavoratori Italiani, del quale fu rappresentante alla Concentrazione Antifascista. Quando, durante la seconda guerra mondiale, la Francia fu occupata dai nazisti, si trasferì in Svizzera. Tornato in Italia nel 1944, fu in seguito deputato alla Costituente per il Partito Socialista di Unità Proletaria, partecipò alla scissione socialdemocratica di Palazzo Barberini del 1947 e assunse la presidenza del gruppo parlamentare del Partito Socialista dei Lavoratori Italiani capeggiato da Saragat, divenuto poi Partito Socialdemocratico (Livorno 1872-1947).